Empowering Migrants Through AI: The Story of Sportellino

Abbiamo incontrato Viktor Seibert, imprenditore sociale tedesco e fondatore di Sportellino, un assistente digitale senza scopo di lucro con sede a Roma. Viktor ha conseguito un master in Migrazione e Sviluppo presso l’Università La Sapienza di Roma e una laurea in Scienze Politiche. Con la sua esperienza nella vivace scena delle startup berlinesi e la sua passione per le iniziative culturali attraverso la sua istituzione Studio Hanniball, Viktor si dedica alla creazione di soluzioni innovative che mirano a rendere la vita quotidiana più accessibile.

Siamo entusiasti di approfondire il suo lavoro e la sua visione, esplorando come i suoi progetti contribuiscano a rendere il mondo un luogo più inclusivo e interconnesso.

Parlaci di te e di come è nata l’idea dell’app “Sportellino”

L’idea di Sportellino è nata durante il mio master in Migrazione e Sviluppo all’Università La Sapienza di Roma. Mentre scrivevo la mia tesi sull’intersezione tra IA e migrazione, mi sono reso conto che uno strumento come Sportellino poteva aiutare direttamente e in modo anonimo molte persone, alleggerendo al contempo il carico di lavoro degli help desk e degli assistenti sociali.

La maggior parte delle domande burocratiche in questo ambito ruotano attorno agli stessi argomenti, quindi aveva senso creare una soluzione scalabile per affrontarle.

Prima di questo, ho lavorato nel mondo delle startup a Berlino, dove ho imparato il valore di costruire soluzioni pragmatiche che abbiano un impatto immediato. Non sono ideologico, né interessato a politicizzare la migrazione. Anche se l’ho studiata all’università, sono un po’ pigro e non mi interessa analizzare accademicamente il fenomeno in ogni dettaglio, ma creare strumenti che facciano una differenza tangibile e immediata.

Molti migranti hanno poche informazioni sui loro diritti e doveri e spesso per questo motivo diventano vittime di sfruttamento o ingiustizie. Inoltre, la cittadinanza attiva dei migranti e la prima forma di integrazione nelle società passa anche attraverso un’informazione corretta e consapevole sulle leggi e le procedure. In che modo questo progetto può aiutare in questo senso?

Mio padre si occupava di scrivere leggi, quindi ho un legame personale e familiare con questo argomento. Credo fermamente che le leggi dovrebbero essere scritte in modo che tutti possano comprenderle facilmente e, ovviamente, dovrebbero essere veramente accessibili a tutti coloro che sono soggetti ad esse. Purtroppo, spesso non è così: anche per i cittadini autoctoni è difficile comprendere appieno i propri diritti e doveri. Per gli stranieri, questa sfida è ancora più grande a causa delle barriere linguistiche e culturali e, a volte, anche del senso di vergogna nel chiedere aiuto.

Non comprendere chiaramente quali siano i propri diritti legali e quali i propri doveri significa perdere parte della propria autonomia. Credo che una soluzione come Sportellino possa aiutare a superare queste barriere rendendo i diritti e i doveri più trasparenti e accessibili. In questo modo, non solo si previene lo sfruttamento e l’ingiustizia, ma si rafforza anche l’integrazione e la cittadinanza attiva.

L’intelligenza artificiale sta cambiando profondamente molte realtà sociali e questo suscita entusiasmo da un lato e paura dall’altro. È possibile parlare di un’etica dell’IA e, in particolare, di come le nuove tecnologie possano essere messe al servizio del bene comune e delle persone più vulnerabili?

Un tema comune che emerge dai sistemi basati sull’IA è il fenomeno del pregiudizio razziale algoritmico. Si riferisce all’effetto per cui l’IA riproduce o amplifica i pregiudizi razzisti.

I sistemi di IA sono ottimizzati per produrre risultati che gli esseri umani trovano utili o graditi, il che significa che possono finire per imitare i nostri pregiudizi, compresi quelli razzisti. Questo è un aspetto di cui dobbiamo stare molto attenti con la nostra soluzione: non vogliamo che Sportellino si trasformi in un help desk digitale che discrimina gli utenti in base, ad esempio, al loro paese di origine. Lo vedo meno come un difetto intrinseco dell’IA stessa e più come un bug tecnico che deve essere prevenuto fin dall’inizio.

Sono ben lungi dall’essere un esperto di IA, ma credo sia ormai abbastanza chiaro che l’intelligenza artificiale sarà assolutamente ovunque in futuro e spesso invisibile come l’aria che respiriamo, che ci piaccia o no. Ecco perché penso che la società civile dovrebbe adottare e plasmare questa tecnologia il più possibile, invece di lasciarla principalmente nelle mani di aziende e istituzioni con una supervisione limitata.

Viktor Seibert è un imprenditore sociale tedesco e fondatore di Sportellino, un assistente digitale senza scopo di lucro con sede a Roma. Ha conseguito un master in Migrazione e Sviluppo presso l’Università La Sapienza di Roma e una laurea in Scienze Politiche. Con esperienza nel panorama delle startup berlinesi e in iniziative culturali attraverso la sua istituzione Studio Hanniball, Viktor ama sviluppare soluzioni creative che contribuiscono a rendere la vita quotidiana più accessibile.